Nel mondo animale la tossina botulinica è responsabile di una malattia caratterizzata da elevati tassi di letalità: il botulismo.

Questa malattia compare più spesso d’estate, specie in zone umide, e colpisce principalmente gli uccelli selvatici. Disperse nell’ambiente, le carcasse degli animali deceduti per aver contratto la malattia concorrono a perpetuarne la diffusione, rappresentando un pericolo anche per specie allevate o per gli animali da compagnia. Le specie d’interesse zootecnico più frequentemente colpite sono il fagiano, il bovino, il pollo, il tacchino e il visone.

botulino

Nel mondo animale la tossina botulinica è responsabile di una malattia caratterizzata da elevati tassi di letalità, il botulismo, ritenuto una malattia emergente. Il progetto di ricerca internazionale ANIBOTNET di si propone di mettere a punto sia tecniche diagnostiche di ricerca della tossina botulinica, sia modalità terapeutiche e di profilassi per limitare i focolai.

Pur essendo una malattia considerata rara in Italia, in numerosi Paesi il botulismo animale è ritenuto una malattia emergente. Inoltre, la comunità scientifica ritiene che il botulismo animale sia sottodiagnosticato a causa della carenza di laboratori attrezzati per effettuare l’analisi ufficiale prevista dalla normativa e che prevede test biologici, ovvero l’impiego di animali.


Il progetto ANIBOTNET

Proprio con l’obiettivo di aumentare le conoscenze su questa malattia, nel 2016 ha preso avvio il progetto di ricerca internazionale Animal botulism: innovative tools for diagnosis, prevention, control and epidemiological investigation (ANIBOTNET), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito dello schema Animal Health and Welfare ERANET (ANIHWA).

Oltre a indagare le modalità di diffusione della malattia in Europa, il progetto si propone di mettere a punto tecniche diagnostiche di ricerca della tossina botulinica in vitroalternative ai metodi ufficiali attualmente in uso (in vivo) e che non prevedano l’utilizzo di animali da laboratorio. Saranno così sperimentati nuovi protocolli, basati prevalentemente su tecniche di biologia molecolare e proteomica.

Il progetto prevede anche di ricercare modalità terapeutiche e di profilassi per limitare i focolai. In particolare si sperimenterà l’efficacia di antimicrobici e vaccini innovativi per prevenire l’insorgenza della malattia nelle aree endemiche, o per l’immunizzazione d’urgenza degli animali presenti nei focolai dove la fonte di contaminazione non sia stata rapidamente individuata e rimossa.

Il progetto di durata triennale è coordinato dall’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (ANSES, Francia). Il consorzio coinvolge inoltre centri di ricerca di diversi Paesi europei:

Laboratorio di batteriologia speciale

L’IZSVe partecipa al progetto con il Laboratorio di batteriologia speciale di Treviso (SCT2). I ricercatori IZSVe si occuperanno di sviluppare metodi diagnostici e tecniche biomolecolari di caratterizzazione dei ceppi, sviluppare vaccini innovativi per la specie bovina ed effettuare studi di farmacosensibilità

  • Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe, Italia)
  • Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (IZSLT, Italia)
  • Statens veterinärmedicinska anstalt (SVA, Svezia)
  • Friedrich Löffler Institut (FLI, Germania)
  • Central Veterinary Institute of Wageningen UR, (CVI, Olanda)
  • Robert Koch Institut (RKI, Germania)
  • Faculty of Veterinary Medicine (Finlandia)

Il ruolo dell’IZSVe

L’IZSVe è rappresentato dalla SCT2 – Treviso, Belluno e Venezia, in particolare dal Laboratorio di batteriologia speciale. I ricercatori saranno impegnati nelle seguenti attività:

  • sviluppo e applicazione di metodi alternativi all’utilizzo degli animali da laboratorio per la diagnosi di botulismo;
  • messa a punto e applicazione di tecniche di biologia molecolare per la caratterizzazione dei ceppi neurotossigeni, indispensabili ai fini epidemiologici;
  • sviluppo di vaccini innovativi per la prevenzione della malattia nella specie bovina;
  • studi di farmacosensibilità per supportare un uso razionale del farmaco veterinario, laddove questa sia l’unica strada percorribile.