Un consorzio internazionale ha recentemente pubblicato una sintesi dei possibili nuovi paradigmi di cui bisogna tener conto per valutare il rischio per la salute umana associato all’esposizione alle nano- e microplastiche attraverso cibo e aria. L’approccio proposto prevede l’acquisizione di nuovi dati mediante l’impiego di nuove tecnologie, strumenti modellistici innovativi e il coinvolgimento partecipato di cittadini, esperti scientifici e portatori di interesse. La review è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nanoplastics and Microplastics, leader del settore.

Il consorzio, guidato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) e denominato PLASTIRISK, ha riunito importanti e riconosciuti esperti europei in una proposta scientifica che affronta il tema del rischio per la salute umana associato all’ingestione e inalazione di nano- e microplastiche.

Verso una metodologia condivisa per valutare il rischio

Microplastiche nella catena alimentare

La presenza di microplastiche (e nanoplastiche) negli alimenti e nell’acqua ha fatto scaturire preoccupazioni nella società, nella politica e nella comunità scientifica per i possibili effetti avversi sull’uomo. Un consorzio internazionale – guidato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) – ha recentemente pubblicato una sintesi dei possibili nuovi paradigmi di cui bisogna tener conto per valutare il rischio per la salute umana associato all’esposizione alle nano- e microplastiche attraverso cibo e aria.

L’esposizione umana a nano- e microplastiche ha sollevato molta preoccupazione nella società, ma attualmente non esiste una metodologia condivisa e armonizzata per valutare il rischio per la salute umana ad essa associata. Una parte considerevole delle plastiche prodotte a livello mondiale non viene smaltita in maniera adeguata e dunque persiste per decenni nell’ambiente prima di degradarsi. La degradazione della plastica nell’ambiente genera frammenti di qualsiasi dimensione, inclusi nano- e microplastiche (NMPs). Le NMPs in ambiente entrano in contatto e interagiscono con inquinanti ambientali e additivi e diventano supporto per la colonizzazione da parte di comunità microbiche nuove.

La presenza di microplastiche (e nanoplastiche) negli alimenti e nell’acqua ha fatto scaturire preoccupazioni nella società, nella politica e nella comunità scientifica per i possibili effetti avversi sull’uomo. I media hanno significativamente influenzato la percezione del rischio dei consumatori sull’argomento ‘plastica’ e in questo momento storico c’è il consenso necessario, sia al livello politico che scientifico, per intraprendere delle azioni. A livello politico, la Commissione Europea ha risposto lavorando in stretta collaborazione con i comitati scientifici e con i portatori di interesse al fine di intraprendere azioni supportate scientificamente per gestire l’inquinamento da plastiche.

Conoscenze e strumenti per gestire il rischio

La presenza ubiquitaria di NMPs, la loro possibilità di essere assorbite dagli organismi e di agire come vettori per sostanze tossiche e patogeni rendono la valutazione del rischio una priorità nell’agenda politica a livello globale. Tuttavia, due condizioni sono necessarie per il successo di qualsiasi azione di gestione, mitigazione e comunicazione del rischio.

In primo luogo, è necessaria una profonda comprensione dei meccanismi che guidano l’esposizione e il rischio. È fondamentale che il rischio sia quantificato, con la sua associata incertezza, in relazione agli scenari di esposizione presenti e futuri. Questo non è attualmente possibile a causa della scarsità di dati relativi all’esposizione e ai limiti delle attuali tecniche analitiche. In secondo luogo, c’è una mancanza di strumenti concettuali capaci di affrontare in maniera adeguata la complessità e la diversità intrinseca delle microplastiche presenti in ambienti naturali e in quelli domestici.

Nuovo approccio integrato

Partendo da queste considerazioni, la review propone un nuovo approccio integrato che prende in considerazione le specificità chimico-fisiche delle nano- e microplastiche e che consente una valutazione dei rischi presenti e futuri per la salute umana associato alla loro esposizione.

L’approccio integra quattro nuovi paradigmi nella metodologia tradizionale dell’analisi del rischio. Questi paradigmi tengono conto delle tecnologie per l’analisi delle NMPs, della mancanza di specifici dati empirici, approcci teorici e di modellizzazione, e il coinvolgimento dei portatori di interesse. All’interno dell’approccio proposto, il consorzio suggerisce in che modo utilizzare l’esperienza e i risultati di ricerca ottenuti ad oggi per svolgere le differenti fasi del processo di valutazione del rischio, e identifica le priorità di ricerca necessarie per le sfide future in questo settore.

Leggi l’articolo scientifico su Nanoplastics and Microplastics »