La sinergia fra due enti che operano sul territorio della Regione del Veneto, ARPAV e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), sta costituendo un vero e proprio polo per la sicurezza del territorio e quella alimentare nel bellunese.

A fine gennaio il dott. Riccardo Guolo, Commissario straordinario dell’agenzia ambientale e il prof. Daniele Bernardini, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico hanno finalizzato un’intesa che vede la condivisione della sede di via Tomea di ARPAV, formalizzando un contratto di affitto per il trasferimento nella stessa sede degli uffici e dei laboratori della Sezione di Belluno dell’IZSVe. La sede di via Tomea a Belluno diventerà così un polo centrale e un punto di riferimento per la prevenzione ambientale e sanitaria del territorio. In questi giorni saranno consegnati i locali destinati agli uffici amministrativi, mentre proseguono i lavori per l’allestimento dei laboratori per le finalità dell’IZSVe.

La Sezione di Belluno dell’IZSVe, istituita nel 1955, occupa attualmente lo stabile in via Cappellari dal 1959. La Sezione si è caratterizzata per il servizio diagnostico, i piani di profilassi delle malattie infettive degli animali, il controllo degli alimenti e la consulenza sulle produzioni del territorio bellunese. Negli ultimi anni inoltre ha intrapreso un’intensa attività di ricerca sulle malattie della fauna selvatica, in particolare per quelle con impatto sulla zootecnia e sulla salute dell’uomo. Ciò le ha consentito di diventare un punto di riferimento per il Triveneto coordinando le attività dell’IZSVe su questi temi, e di instaurare collaborazioni con diversi enti a livello locale, nazionale e internazionale.

Il trasferimento nella nuova sede, con spazi più adeguati per il personale e laboratori più moderni e rispondenti alle nuove esigenze di diagnostica, ricerca e sviluppo, rafforzerà le capacità della Sezione di Belluno – in coordinamento con gli altri laboratori dell’IZSVe – di recepire le istanze del territorio, intensificare ed estendere le attività di ricerca in ecopatologia e in altri ambiti che dovessero emergere con l’evolversi della situazione zootecnica e produttiva.


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