È noto che i cavalli sono in grado di distinguere le persone conosciute da quelle sconosciute e questa capacità suggerisce che il livello di famigliarità può influire sulla tendenza dell’animale ad interagire di nuovo con la stessa persona. Ma conoscersi non basta! Il tipo di interazione e di attività svolta dalla persona sono elementi determinanti nell’interpretazione dello stato emotivo dell’animale. La prospettiva appare tanto più significativa se l’interazione riguarda gli interventi assistiti con gli animali.

Ricercatori del Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali (CRN IAA) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno osservato come diversi livelli di interazione e famigliarità con l’uomo influiscono sullo stato emotivo del cavallo, in particolare sul battito cardiaco quale risposta fisiologica regolata dal sistema nervoso. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Veterinary Science.

IAA Battito cardiaco cavalli / Foto 3

Ricercatori del Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali (CRN IAA) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno osservato come diversi livelli di interazione e famigliarità con l’uomo influiscono sullo stato emotivo del cavallo, in particolare sul battito cardiaco quale risposta fisiologica regolata dal sistema nervoso.

Il battito cardiaco come variabile fisiologica

Nonostante la rilevazione del comportamento sia il modo più immediato di determinare la reazione agli stimoli, la risposta fisiologica risulta ad oggi necessaria per corroborare il dato comportamentale. Le variabili fisiologiche più utilizzate in correlazione con il comportamento animale riflettono l’attività del sistema nervoso autonomo, costituito da porzioni anatomicamente distinte, ma sinergiche: il sistema nervoso simpatico e parasimpatico. L’omeostasi dell’organismo viene mantenuta grazie a uno stato di equilibrio dinamico tra queste due branche.

Le variabili fisiologiche monitorate nello studio sono state:

  • la frequenza cardiaca: il numero di battiti del cuore per unità di tempo, la cui frequenza viene rallentata sotto il controllo dell’attività parasimpatica o accelerata sotto il controllo di quella simpatica;
  • la variabilità cardiaca: descrive le variazioni dell’attività cardiaca negli intervalli di tempo tra battiti consecutivi, riflettendo l’interazione tra l’attività del sistema simpatico e parasimpatico.

Tre livelli di interazione

Sono stati selezionati 23 cavalli di sesso, età e razza mista, da 3 diversi centri equestri in Italia, e dei volontari famigliari e sconosciuti ai cavalli. Il protocollo di interazione prevedeva 3 livelli con la persona conosciuta e con quella sconosciuta, in ordine casuale per ciascun cavallo:

  • no interazione: cavallo e persona sono divisi, non possono toccarsi né vedersi;
  • esplorazione volontaria: la persona rimane ferma e il cavallo è libero di approcciarla/annusarla;
  • contatto fisico: la persona spazzola il cavallo.

I sistemi di rilevazione dei dati fisiologici, progettati da una start-up dell’Università di Pisa, hanno garantito una soluzione poco invasiva per i cavalli, non interferendo con le risposte inconsce della sfera emotiva.

Il contatto tranquillizza il cavallo

IAA Battito cardiaco cavalli / Foto 2

Lo studio rivela che il livello di conoscenza con chi si occupa del cavallo e interagisce con lui è fondamentale affinché l’animale si senta a suo agio. Questo è ancor più vero quando l’interazione coinvolge un contatto fisico tra i due. I sistemi di rilevazione dei dati fisiologici utilizzati nella ricerca, progettati da una start-up dell’Università di Pisa, hanno garantito una soluzione poco invasiva per i cavalli, non interferendo con le risposte inconsce della sfera emotiva.

I risultati mostrano una differenza nelle dinamiche cardiovascolari del cavallo, indicative del suo stato emotivo, sia in base al tipo di interazione con le persone che al grado di conoscenza che il cavallo ha potuto maturare con le persone stesse. Il protocollo di interazione qui implementato è una sorta di gradiente di intimità nel contatto: si passa dal non potersi vedere, al potersi esaminare, fino al vero contatto fisico. Il contatto ha indotto nei cavalli una diminuzione generale del loro livello di agitazione, riducendo i segnali di paura insieme alla loro frequenza cardiaca.

I risultati più significativi, tuttavia, sono emersi dal confronto tra persone conosciute e sconosciute. I cavalli sono più rilassati quando si instaura un contatto fisico e quando questo contatto avviene con una persona conosciuta. Questo risultato conferma che i cavalli riconoscono le persone loro famigliari e con cui hanno stabilito una relazione positiva. Emerge dunque una forte associazione tra emozioni e memoria.

Lo studio rivela che il livello di conoscenza con chi si occupa del cavallo e interagisce con lui è fondamentale affinché l’animale si senta a suo agio. Questo è ancor più vero quando l’interazione coinvolge un contatto fisico tra i due. “Toccarsi” con chi si conosce attiva una memoria emotiva individuo-specifica che induce nell’animale uno stato emotivo, nel nostro caso, positivo.

La ricerca multidisciplinare nel futuro degli IAA

Lo studio, finanziato dal Ministero della Salute (RC 15/17), ha utilizzato un approccio multidisciplinare che ha visto coinvolte diverse expertise:  ingegneri (Feel-ING s.r.l.), veterinari (Università di Pisa e CRN IAA), etologi (CRN IAA) e psicologi (Università di Padova). La misurazione dello stato emotivo degli animali è di interesse in svariati campi, fra cui il benessere animale. Lo studio delle emozioni positive e le modalità con cui è possibile prolungarle è una strada promettente per migliorare le condizioni di vita animale.

Il Centro di referenza nazionale è fortemente impegnato su queste linee di ricerca poiché gli IAA rappresentano uno di quei campi di studio e lavoro che beneficia maggiormente dell’approccio multidisciplinare. Allargando lo sguardo all’interazione con le persone, la possibilità di comprendere cosa l’animale “sta provando” quando si relaziona con un essere umano ha un’importanza inestimabile.

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