La scoperta nel corso dell’attività di sorveglianza coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) “Stima della prevalenza delle varianti VOC (Variant Of Concern) e di altre varianti di SARS-CoV-2 in Italia” sui campioni positivi COVID-19.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha identificato per la prima volta in Veneto la variante “Omicron 2”. I sequenziamenti sono relativi all’ultima sorveglianza rapida  coordinata dall’ISS sui campioni positivi COVID-19 notificati il 31 gennaio 2022.

I ricercatori hanno ottenuto il genoma completo di 245 campioni inviati da 13 diversi laboratori distribuiti nella regione. Il 98,8% (242/245) dei campioni analizzati appartiene alla variante Omicron, mentre il rimanente 1,2% (3/245) appartiene alla variante Delta.

Rispetto alle precedenti sorveglianze del mese di gennaio (3 e 17 gennaio 2022), la variante Omicron mostra un progressivo e veloce aumento della prevalenza:

  • 66,1% – 3 gennaio 2022
  • 95,5% – 17 gennaio 2022
  • 98,8% – 31 gennaio 2022

Nel dettaglio, la variante Omicron è così distribuita nelle varie province:

  • Belluno: 100%  Omicron
  • Padova: 100%  Omicron
  • Treviso: 100%  Omicron
  • Venezia: 100%  Omicron
  • Rovigo: 100% Omicron
  • Verona: 98.6%  Omicron
  • Vicenza: 95.5%  Omicron

All’interno della variante Omicron si distinguono quattro diversi lineage BA.1, BA.1.1, BA.2 e BA.3. In Veneto circolano tre di questi quattro lineages: BA.1 (48,8%), BA.1.1 (47,9%) e BA.2 (3,3%). Il lineage BA.2 di Omicron è stato identificato per la prima volta in Veneto nel corso di questa sorveglianza in 8 campioni provenienti dalle province di Padova (1), Verona (2), Belluno (2), Venezia (1) e Rovigo (2).

Il lineage BA.2 sta aumentando di frequenza in molti paesi europei ed è diventato il lineage dominante in Danimarca. In Italia è stato riportato nel mese di gennaio in quattordici diverse regioni. Non ci sono ancora chiare evidenze scientifiche sulle caratteristiche di tale sottovariante della Omicron. Sulla base di un recente studio condotto in Danimarca, BA.2 sembra essere associato ad un aumento della trasmissibilità nei soggetti non vaccinati rispetto a BA.1, mentre tale aumento non è stato osservato per i soggetti vaccinati. Ulteriori studi saranno necessari per comprendere meglio le sue caratteristiche e determinare l’efficacia dei vaccini verso BA.2.

Le sequenze sono state generate in collaborazione con la UOSD Genetica e Citogenetica – Az. ULSS 3 Serenissima, da campioni inviati dalle Ulss venete e dalle U.O.C Microbiologia e virologia dell’AO-Università di Padova e dell’AOUI di Verona.