Ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno confrontato alcune strutture produttive nel settore avicolo di nuova concezione rispetto ad altrettante di tipologia tradizionale, in termini di benessere animale, uso del farmaco e livelli di antibiotico-resistenza.

Il progetto “Innovazione tecnologica nell’allevamento avicolo come strumento per migliorare la salute e il benessere animale e ridurre l’uso di antimicrobici” (RC IZSVe 16/2014), finanziato dal Ministero della salute, tra le altre attività ha effettuato una valutazione delle potenzialità delle strumentazioni presenti nel territorio del Nord-Est Italia e che consentono un monitoraggio continuativo e automatizzato dei parametri ambientali.


Implicazioni dell’innovazione tecnologica nel comparto avicolo

Allevamenti galline

Capannoni di nuova concezione, che garantiscono di mantenere temperatura, umidità, gas nocivi e ventilazione entro intervalli desiderati, possono influire positivamente sullo stato sanitario dei polli, e aumentare il numero di animali accasati per metro quadro.

Diversi studi hanno dimostrato quanto le condizioni di allevamento possano influenzare il benessere e la salute dei polli da carne. In generale, cattive condizioni della lettiera possono aumentare la prevalenza di infezioni enteriche, vesciconi al petto, lesioni ai garretti e al piede, mentre elevati livelli di ammoniaca e polveri possono compromettere il sistema respiratorio e renderlo più vulnerabile all’attacco di numerosi patogeni.

I capannoni di nuova concezione, che garantiscono di mantenere temperatura, umidità, gas nocivi e ventilazione entro intervalli desiderati, possono influire positivamente sullo stato sanitario. Per contro, ai sensi del D.Lgs. 181/2010, che stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne, le strutture che possono garantire il rispetto dei parametri ambientali sopra riportati consentono agli allevatori di aumentare il numero di animali accasati per metro quadro (39 contro 33 kg/m2).


Lo studio

Sono stati oggetto di monitoraggio 5 cicli di allevamento in capannoni di tipologia tradizionale e altrettanti di nuova concezione. Sono stati raccolti dati produttivi e sanitari in allevamento (performance di crescita, livelli di mortalità e consumo di antibiotici) e al macello (performance di macellazione, parametri ematici relativi allo stato infiammatorio).

Il livello di benessere animale in allevamento è stato valutato con metodica Welfare Quality. Sono stati verificati i parametri ambientali attraverso misurazioni dirette e il download dalle centraline. Sono stati valutati i trattamenti farmacologici ed effettuati test di antibiotico-resistenza su batteri commensali a inizio e fine ciclo. Inoltre, il biota intestinale è stato analizzato tramite tecnica DGGE (Denaturing Gradient Gel Electrophoresis), che permette di stimare la diversità microbica nel campione in esame, con una possibile associazione relativa alle condizioni di salute.


Risultati

Avicoli in allevamento

Ricercatori dell’IZSVe hanno confrontato alcune strutture produttive nel settore avicolo di nuova concezione rispetto ad altrettante di tipologia tradizionale, in termini di benessere animale, uso del farmaco e livelli di antibiotico-resistenza. Non sono state evidenziate associazioni significative tra i diversi indicatori studiati: questo potrebbe dipendere sia dal limitato grado di variabilità tra i diversi capannoni.

I software utilizzati nelle aziende di nuova concezione hanno garantito una efficiente gestione ambientale e archiviazione dati, pur con alcune criticità relative ai livelli di ammoniaca e di umidità relativa durante la stagione invernale.

Non sono state evidenziate associazioni significative tra i diversi indicatori studiati: benessere, stato sanitario e trattamenti farmacologici. Questo potrebbe dipendere sia dal limitato grado di variabilità tra i diversi capannoni, che complessivamente hanno evidenziato simili punteggi Welfare Quality, bassi livelli di mortalità e ridotto uso del farmaco (prima settimana di vita in tutti i capannoni).

Per quanto riguarda l’antibiotico-resistenza, i risultati hanno evidenziato un’elevata variabilità tra i diversi capannoni, ma una bassa variabilità tra ceppi isolati dallo stesso gruppo. Lo studio ha confermato la complessità di questo fenomeno, non sempre associabile in modo chiaro agli specifici trattamenti effettuati sugli animali. È stata tuttavia evidenziata la necessità di implementare dei protocolli efficaci di gestione sanitaria dei riproduttori e a livello di incubatoio, in quanto per numerose molecole si è evidenziato un elevato livello di resistenza nei pulcini di un giorno, omogeneamente distribuito nei gruppi, che è poi risultato inferiore a fine ciclo.

Le analisi attraverso DGGE hanno mostrato una diversità del microbioma degli animali in relazione all’età e ai tratti intestinali campionati nella prova sperimentale. Sebbene il risultato non sia stato confermato in tutte le prove di confronto, in alcuni cicli è stata inoltre osservata una maggiore variabilità tassonomica a livello del tratto enterico distale degli animali allevati nei capannoni di nuova concezione rispetto a quelli provenienti da capannoni convenzionali.


Conclusioni

Il valore aggiunto di questo progetto sta nell’essere uno dei primi tentativi nel panorama italiano di mettere a punto un metodo per misurare se e quanto l’innovazione tecnologica possa avere un impatto favorevole o meno nella gestione degli allevamenti avicoli, sia dal punto di vista gestionale sia di salute animale.

Trattandosi di uno studio di campo, i risultati ottenuti finora sono da considerarsi come prime ma essenziali informazioni per comprendere il mutato scenario in cui allevatore e veterinario lavorano congiuntamente per garantire il benessere delle popolazioni animali e da qui definire gli aspetti di miglioramento.