Ricercatori del Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno messo a punto e validato due metodi analitici per la quantificazione degli alcaloidi pirrolizidinici (PAs) e tropanici (TAs) nel polline raccolto dalle api e commercializzato come integratore alimentare, nei tè (Camellia sinensis) e in vari infusi di erbe. Gli alcaloidi sono sostanze naturali presenti in alcune piante che possono risultare tossiche e causare disturbi alla salute umana. Lo studio è stato realizzato nell’ambito della ricerca corrente RC 11/17 ed è stato pubblicato su International Journal of Food Science and Technology.

Per la definizione del metodo è stata utilizzata la cromatografia liquida accoppiata con spettrometria di massa a triplo quadrupolo (UHPLC-MS/MS). L’indagine preliminare è stata condotta su 47 campioni di polline d’api e 33 campioni di tè e infusi; i risultati sono stati discussi alla luce dei Regolamenti (UE) 2020/2040 e 2021/1408 della Commissione di recente emissione, relativi rispettivamente ai limiti massimi di PAs e TAs in diversi alimenti.

Bassi livelli di alcaloidi in polline, tè e infusi di erbe

tè infuso con polline api

Ricercatori del Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’IZSVe hanno messo a punto e validato due metodi analitici per la quantificazione degli alcaloidi pirrolizidinici e tropanici nel polline raccolto dalle api, commercializzato come integratore alimentare, nei tè e in vari infusi di erbe. Anche se i livelli di contaminazione riscontrati in questa indagine non sono tali da rappresentare un rischio elevato per la salute umana, è necessario disporre di metodi analitici sensibili e accurati per la determinazione di queste sostanze. Infatti, quando i limiti imposti dai regolamenti (UE) 2020/2040 e 2021/1408 saranno applicati, i prodotti eventualmente non conformi dovranno essere ritirati dal commercio.

Circa metà dei pollini, provenienti da apicoltori del nord Italia, presentavano livelli di contaminazione di PAs piuttosto bassi e in concentrazioni significativamente inferiori al limite massimo stabilito dalle normative comunitarie, probabilmente perché le piante che producono PAs non sono molto diffuse nelle aree di raccolta del polline. Il campione maggiormente contaminato presentava circa la metà della concentrazione consentita dalla legge.

Non essendo invece i limiti massimi di TAs nel polline definiti da alcun regolamento europeo, è stata considerata la dose acuta di riferimento (ARfD) stabilita dall’EFSA per queste sostanze: anche in questo caso il rischio per la salute dei consumatori risulta limitato.

Per quanto riguarda tè o infusi di erbe, un terzo dei campioni conteneva PAs o TAs. Le concentrazioni riscontrate erano mediamente basse, ma un campione superava i limiti per PAs imposti dalla normativa europea. Tra i campioni contaminati da TAs, uno non era conforme rispetto al limite imposto dal Regolamento (UE) 2021/1408 della Commissione che entrerà in vigore a settembre 2022.

Considerando l’ARfD stabilita dall’EFSA per queste sostanze, in questo campione il livello di contaminazione riscontrato non rappresenterebbe un rischio eccessivo per i consumatori adulti ma nel caso in cui questa tisana fosse consumata da un bambino di 20 kg, la dose acuta sarebbe quasi raggiunta con una sola tazza di infuso.

Anche se i livelli di contaminazione riscontrati in questa indagine non sono tali da rappresentare un rischio elevato per la salute umana, la variabilità dei risultati di diversi studi sulla presenza di queste tossine naturali negli alimenti sottolinea la necessità di disporre di metodi analitici sensibili e accurati per la determinazione di PAs e TAs e di indagini più ampie sulla loro presenza negli alimenti.

Si possono prevenire le contaminazioni o ridurre le concentrazioni di alcaloidi?

Gli alcaloidi sono sostanze naturali di origine vegetale e la loro presenza negli alimenti può avere una diversa origine. Per il polline dipende dalle piante dove le api vanno a bottinare, e quindi dalla flora e fauna locali; invece per il tè e gli infusi si tratta di una contaminazione accidentale dovuta alla raccolta di queste piante che infestano le colture.

La presenza di alcaloidi non può essere ridotta empiricamente, ma solo in modo preventivo. Per il polline gli apicoltori potrebbero allontanare o evitare di mettere gli apiari nei pressi di zone dove la presenza di piante che producono questi alcaloidi sia importante. Per quanto riguarda tè e infusi la soluzione è l’applicazione delle buone pratiche agricole e di raccolta.

Cosa succede quando vengono riscontrati livelli alti di alcaloidi?

Quando i limiti per polline e tè e infusi imposti dai regolamenti (UE) 2020/2040 per PAs e 2021/1408 per TAs) saranno applicati (rispettivamente luglio e settembre 2022), i prodotti eventualmente non conformi dovranno essere ritirati dal commercio. Relativamente ai PAs, i prodotti alimentari elencati immessi legalmente sul mercato prima del 1° luglio 2022 possono rimanere sul mercato fino al 31 dicembre 2023; per quanto riguarda i TAs i prodotti alimentari elencati e commercializzati legalmente prima del 1° settembre 2022 possono rimanere sul mercato fino al loro termine minimo di conservazione o alla loro data di scadenza. Citando il Reg. (UE) 2020/2040:

“In alcune regioni di produzione, le buone pratiche agricole e di raccolta sono state introdotte soltanto di recente o devono ancora essere attuate: è pertanto opportuno prevedere un periodo ragionevole per consentire a tutte le regioni di produzione di introdurre tali pratiche. Sono necessarie due stagioni vegetative per la piena applicazione delle buone pratiche agricole e di raccolta, al fine di garantire agli operatori del settore alimentare un approvvigionamento sufficiente per fabbricare prodotti conformi alle nuove prescrizioni stabilite nel presente regolamento (…) è opportuno disporre un periodo transitorio significativamente lungo, affinché i prodotti alimentari immessi legalmente sul mercato prima della data di applicazione del presente regolamento possano rimanere sul mercato per un periodo sufficientemente protratto (…) tale da consentire la vendita al consumatore finale dei prodotti fabbricati prima della data di applicazione.”

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