Nei mesi scorsi l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha ritenuto utile fornire alcune informazioni aggiornate dal punto di vista sanitario in relazione alla mortalità di piccoli roditori di diverse specie osservata nel Nordest italiano a partire dalla tarda primavera-inizio estate, in particolare per quanto riguarda il rischio di infezione per l’uomo da Hantavirus (“febbre del topo”). Sono ora disponibili i risultati degli approfondimenti diagnostici effettuati dall’IZSVe sui campioni ricevuti per tracciare un quadro più completo e chiaro della situazione.

La situazione di partenza

A giugno 2021 si osservava che:

  • le mortalità “di massa” nei micromammiferi sono ben note e contribuiscono alla regolazione della popolazione, per esempio dopo esplosioni demografiche dovute a fattori più o meno noti (es. stagioni con un’iperproduzione di risorse alimentari, o con una minore abbondanza di predatori naturali). Questi eventi sembrano avere una ciclicità, meno regolare alle nostre latitudini ma molto più evidente in altri contesti (es. Nord Europa);
  • sui soggetti che si erano potuti esaminare, grazie a un ampio spettro di analisi (virologiche, batteriologiche, istopatologiche e tossicologiche) sono state escluse cause specifiche di mortalità, avvalorando l’ipotesi della regolazione della popolazione esposta al punto precedente;
  • gli Hantavirus riconoscono in diverse specie di piccoli roditori (topi, arvicole, ratti…) il loro serbatoio epidemiologico e su di esse raramente esercitano un impatto, in quanto l’infezione si esprime generalmente in modo subclinico, tramite effetti a più lungo termine. Se l’infezione è presente nella popolazione murina, è purtroppo atteso e noto che al picco di popolazione si associ una maggior frequenza di casi nell’uomo, in relazione al notevole incremento della carica virale nell’ambiente; tuttavia, mortalità nei roditori e presenza di virus sono indipendenti;
  • in Italia la presenza di Hantavirus non era mai stata provata, anche nel corso di precedenti fenomeni analoghi proprio nel Triveneto.

Tuttavia, poiché in Paesi vicini e confinanti (Austria, Slovenia, Croazia) l’infezione da Hantavirus nei roditori e i conseguenti casi umani erano noti da tempo, e alla luce dei mutamenti ecologico-ambientali particolarmente evidenti negli ultimi anni, non era possibile escludere che questi virus potessero interessare anche alcune aree del Nordest. Pertanto si è ritenuto opportuno procedere con mirati approfondimenti diagnostici, in collaborazione con le Autorità Sanitarie e altri enti di ricerca in sanità pubblica. Infatti, in caso di presenza dei virus, l’elevata densità di roditori ne favorisce e amplifica la circolazione, incrementando così le probabilità di individuarli. Tali approfondimenti sono stati effettuati su roditori raccolti da episodi di mortalità occorsi nella primavera/estate 2021 in diverse aree del territorio di competenza IZSVe, in particolare nelle province di Trento, di Treviso e di Udine.

moria di topi: aggiornamento sulle indagini nel Triveneto

I risultati delle indagini hanno permesso di evidenziare, per la prima volta nel nostro Paese, una positività virologica per Hantavirus in un pool di roditori

I risultati delle indagini su Hantavirus

Le indagini hanno permesso di evidenziare, per la prima volta nel nostro Paese, una positività virologica per Hantavirus in un pool di roditori, specificamente in topi selvatici dal collo giallo (Apodemus flavicollis), prelevati nel Tarvisiano, a ridosso del confine con la Slovenia.

Poiché gli Hantavirus si dividono in diversi specie, che a loro volta riconoscono diverse specie murine come ospiti di elezione, si è provveduto alla caratterizzazione genetica dell’isolato, che è stato classificato come virus Dobrava.

I virus Dobrava sono stati identificati per la prima volta nel 1992 in Slovenia e, per citare le aree più vicine a noi, sono presenti in tutti i Balcani e nell’Europa centro-orientale, dove hanno come ospiti di elezione i topi del genere Apodemus. La loro individuazione nell’area limitrofa al confine con la Slovenia suggerisce quindi l’inizio di una possibile espansione dell’areale di questi patogeni nel Nordest italiano. Nel contempo, la negatività dei campioni del Veneto e del Trentino, dove pure le morie di piccoli roditori sono state osservate, testimonia ancora come eventi di questo tipo non siano correlati direttamente alla presenza di Hantavirus, ma piuttosto a fattori ecologico-ambientali come quelli sopra menzionati.

Azioni da intraprendere

Sono già in corso ulteriori approfondimenti sulle caratteristiche genetiche del virus isolato per arrivare a una migliore comprensione della situazione epidemiologica.

Inoltre, in collaborazione con le Autorità Sanitarie e gli Enti di gestione della fauna e del territorio, sarà opportuno monitorare la situazione con nuovi campionamenti ad hoc nei roditori, sia per la conferma del focolaio Friulano, sia per verificare, a partire dai confini con Slovenia e Austria, la localizzazione dell’eventuale fronte epidemico e l’estensione di territorio italiano già interessato da questi patogeni. A tale scopo, l’IZSVe ha già acquisito idonee procedure diagnostiche. In ogni caso, è opportuno fornire fin da subito agli addetti ai lavori e alla popolazione alcune informazioni di base. per ridurre il rischio di infezione.

Regole di comportamento per ridurre il rischio di infezione da Hantavirus

Considerando i già citati cambiamenti ecologico-ambientali del nostro territorio e l’abbandono di molte aree marginali, l’espansione dell’areale di questi patogeni non deve stupire.

L’infezione da roditore a uomo può avvenire per contatto diretto con feci, saliva o urina dei roditori infetti, e in particolare attraverso l’inalazione del virus presente in queste matrici biologiche. Allo stato attuale delle conoscenze, gli Hantavirus presenti in Europa non sono trasmessi da artropodi vettori (es. zanzare, zecche) e per questi virus la trasmissione diretta da uomo a uomo non sussiste. Poiché le forme cliniche nell’uomo, che consistono in febbri emorragiche e sindromi renali, non sono da sottovalutare, richiamiamo quindi l’attenzione su alcune basilari norme igieniche che, oltre ad essere consigliabili in generale, riducono sensibilmente il rischio di infezione nel caso di presenza di Hantavirus in un territorio:

  • evitare di trattenersi in strutture tipicamente frequentate da roditori (es. case abbandonate, vecchi magazzini, etc.) prima di aver accuratamente pulito e disinfettato le zone con presenza di materiale organico (escrementi, urine), utilizzando gli accorgimenti descritti nel prossimo punto;
  • minimizzare il contatto con polvere e suolo contaminato da escreti di roditori. Utilizzare detersivi/disinfettanti liquidi (es. acqua e candeggina al 10%) per pulire aree in cui possono raccogliersi feci e urine di questi animali, in modo da evitare il generarsi di aerosol (non usare sistemi ad alta pressione perché favoriscono l’aerosolizzazione del virus), utilizzando guanti resistenti possibilmente monouso, una mascherina e occhiali di protezione;
  • lavarsi accuratamente con acqua calda e sapone e lavare il proprio vestiario a una temperatura di almeno 60°C dopo aver effettuato le operazioni di pulizia;
  • segnalare ai Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie i casi di mortalità significativa nei roditori, senza manipolare o raccogliere direttamente i cadaveri;
  • in caso ci sia la necessità di maneggiare roditori morti, per eliminarli ad esempio dai pressi della propria abitazione, munirsi di guanti resistenti possibilmente monouso, mascherina di protezione e contenitori ben richiudibili, e lavarsi accuratamente a conclusione delle operazioni;
  • lavare bene frutti di bosco, funghi e verdure raccolte in natura e nell’orto.

Si raccomanda infine all’Autorità Sanitaria e, in generale, ai soggetti deputati a raccogliere e conferire campioni di roditori per accertamenti diagnostici, di contattare prima la sezione IZSVe di riferimento, che fornirà le indicazioni necessarie al loro corretto prelievo, confezionamento e conferimento.

Per approfondire