Siamo abituati ad attribuire emozioni e sensazioni simili alle nostre agli animali da compagnia; ma agli animali che vengono allevati a scopi zootecnici associamo la stessa capacità di provare, gioia, piacere, noia o dolore?

Studi scientifici hanno dimostrato che gli animali sono in grado di provare emozioni, quali per esempio paura, rabbia, felicità, e che quelle positive sono legate a un elevato livello di benessere animale. Tuttavia, meno un animale ha fattezze e caratteristiche espressive assimilabili a quelle umane (ad esempio, non sa emettere suoni che possano elicitare una risposta empatica), meno è facile attribuirgli la capacità di emozionarsi: si tratta del così detto “effetto bambi”. Ma se non percepiamo lo stato emotivo di un animale, riusciamo a preoccuparci del suo benessere?

allevamento di pesci

Il 93,9% dei rispondenti a un sondaggio on-line svolto dall’Osservatorio IZSVe non ritiene veritiero che i pesci abbiano una vita psichica ed emotiva così limitata da non rendere necessario investire nel loro benessere.

Uno studio svolto dall’Osservatorio IZSVe ha voluto indagare la percezione delle persone circa le capacità emotive degli animali allevati, in particolare i pesci, e il loro atteggiamento verso questi animali. L’obiettivo dello studio era ottenere la conoscenza preliminare su cui fondare iniziative di comunicazione indirizzate da un lato agli operatori dei vari settori produttivi al fine di incentivare l’adozione di sistemi di allevamento rispettosi della qualità di vita animale, dall’altro al cittadino affinché possa scegliere stili alimentari consapevoli. I dati sono stati raccolti a novembre 2019 attraverso un questionario on-line sottoposto al Panel dell’Ossevatorio IZSVe.

Ecco cosa pensano i 334 rispondenti all’indagine. La maggioranza di loro è molto (71,8%) o abbastanza (24,4%) d’accordo col fatto che i pesci possano essere stressati se, per esempio, allevati in piccole vasche. Il 93,9% dei rispondenti non ritiene veritiero che abbiano una vita psichica ed emotiva così limitata da non rendere necessario investire nel loro benessere; pensano anzi che sia necessario porre attenzione a come viene trattato l’animale in quanto in grado di provare emozioni (86,4%).

In generale, i rispondenti ritengono che anche gli animali da allevamento (maiali, galline, vacche, conigli) agiscano in modo cosciente, comprendano quello che fanno e sviluppino abilità mnemoniche e cognitive, ma più l’animale è dissimile all’uomo (pesci o galline), meno queste caratteristiche gli vengono attribuite. Soffermarsi sugli aspetti evidenziati da questo studio è fondamentale anche per suggerire alla ricerca di mettere a punto modalità comunicative efficaci individuando strumenti e metodologie adeguate al target.

E tu come la pensi? Per condividere la tua opinione sui temi del benessere animale e della sicurezza alimentare iscriviti al Panel Osservatorio IZSVe e partecipa alle prossime indagini.

Vai alla pagina Panel Osservatorio IZSVe »

Sondaggio percezione emozioni animali | Infografica