Uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), in collaborazione con altri centri di ricerca italiani, ha confermato la presenza nella Pianura Padana di alcune specie di zanzare del genere Anopheles appartenenti al complesso Maculipennis, gruppo che comprende specie vettori della malaria. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Scientific Reports.

Anofelismo senza malaria

L’Italia è stata ufficialmente dichiarata libera dalla malaria nel 1970 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La malaria è una malattia causata da parassiti protozoi appartenenti al genere Plasmodium che utilizzano come vettore alcune zanzare Anopheles. Questi parassiti vengono quindi trasmessi per via ematica all’uomo in seguito alla puntura di zanzara.

Agli inizi del ‘900, dopo l’individuazione delle zanzare Anopheles come vettori della malaria, si verificò il fenomeno dell’anofelismo senza malaria: assenza della malattia in aree con una grande presenza di questo tipo di zanzara. Ciò si spiega col fatto che Anopheles maculipennis, prima identificata come specie, in realtà è un complesso di specie gemelle. Le specie appartenenti al complesso Maculipennis sono identiche nella morfologia dell’adulto ma differenti nella loro ecologia, nel comportamento e soprattutto nella capacità di trasmettere il patogeno: il gruppo infatti include sia vettori della malaria, sia specie con una bassa o nulla rilevanza epidemiologica.

Mappa distribuzione zanzare maculipennis nella Pianura Padana

Uno studio recentemente dell’IZSVe ha identificato la presenza  nella Pianura Padana di quattro diverse specie diverse di zanzare del complesso Maculipennis, gruppo che comprende zanzare del genere Anopheles, tra cui alcuni vettori della malaria. (Nella figura: percentuale delle diverse specie identificate nei vari siti campionati durante lo studio).

Dopo l’eradicazione della malaria, l’interesse per le zanzare Anopheles diminuì notevolmente e ciò portò alla perdita di informazioni riguardo la presenza e la distribuzione dei vettori di questa malattia. Lo scopo dello studio era quindi quello di colmare questa lacuna, dal momento che in Italia sono comunque ancora presenti aree con un potenziale malariogenico.

Quattro specie del complesso Maculipennis

Lo studio riporta i dati di un esteso campionamento realizzato per verificare quali fossero le specie del complesso Maculipennis ancora presenti nella Pianura Padana. Gli individui sono stati raccolti tra il 2017 e il 2018 sia tramite campionamento diretto (aspirazione delle zanzare direttamente dai luoghi di riposo) sia con trappole, ed è stata poi effettuata l’identificazione delle specie del complesso su base morfologica e molecolare. Inoltre, applicando modelli matematici che tengono in considerazioni variabili ambientali ed ecologiche, definiti modelli di nicchia ecologica (ENM), è stato possibile caratterizzare i tratti ecologici differenti delle varie specie che influenzano il potenziale rischio per la salute associato a questi vettori.

Dai risultati delle analisi molecolari degli individui campionati è stato possibile identificare la presenza di quattro diverse specie del complesso Maculipennis: An. messae., An. maculipennis s.s., An. melanoon e An. atroparvus, suggerendo la scomparsa nell’area esaminata di An. sacharovi, una specie tra i principali vettori della malaria in Italia in tempi storici.

Le analisi hanno inoltre permesso di identificare tutti gli esemplari di An. messae come Anopheles daciae, un taxon molto dibattuto e che alcuni studiosi hanno considerano una nuova specie: poiché saranno necessari ulteriori studi per chiarire la questione, nell’articolo è stata definita come species inquirenda (sp. inq.). Un’altra specie, An. atroparvus, seppur trovata in pochi esemplari, è di interesse in quanto considerata vettore della malaria nel Nord Europa; quindi, anche se più rara rispetto al passato, risulta ancora presente nel territorio.

I modelli di nicchia ecologica hanno fornito indizi sulle preferenze ecologiche delle specie rilevate. È emerso che An. daciae sp. inq. è legata a siti di riproduzione stabili (aree umide estese e risaie), mentre An. maculipennis s.s. è maggiormente associata a siti di riproduzione più instabili (raccolte d’acqua temporanee di medie dimensioni).

Lo studio ha quindi cercato di fornire nuovi dati sulla presenza del complesso Maculipennis nel nord Italia, data la mancanza accumulata negli ultimi anni. Tuttavia, al fine di valutare il possibile rischio per la salute, serviranno altri studi per raccogliere dati da integrare a quanto riportato in questo articolo. Sarà così possibile predisporre delle azioni d’intervento che limitino il rischio del ritorno di una malattia che nessuno ha dimenticato.

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